Guida poco ragionata all' ascolto dei GRATEFUL DEAD

Guida poco ragionata all' ascolto dei GRATEFUL DEAD

Bear

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Bear aka augustus Owsley III e Jerry Garcia

giovedì 19 maggio 2011

Missione Impossibile I - inquadrare una discografia sterminata

Ogni volta che mi capita di innamorarmi di un gruppo o di un solista, e non credo di essere un caso isolato, la prima cosa che faccio è trovare quante più informazioni posso sulla discografia dei/del suddetti/o, cosa immediatamente seguita dal tentativo, quando possibile, di leggere una bella bio/monografia ( quasi sempre in lingua Inglese) per cercare di avere una lettura quanto più completa dei motivi e degli eventi che sottendono le opere di un determinato artista; è andata così per Dylan, per Neil Young, per Springsteen, per gli Stones, per i Beatles, per Steve Earle ecc.ecc. è sempre andata allo stesso modo per quasi tutti gli artisti che ho amato in maniera profonda e volevo o pensavo che sarebbe andata allo stesso modo con i Dead.
Ma, come ho già scritto altrove, i Dead sono un caso a se stante e godono di leggi differenti da quelle che regolano il resto degli artisti.
Appena ho fatto una ricerca sul web per scoprire che dischi avrei dovuto procurarmi per primi sono stato travolto da una massa di informazioni (quasi prevalentemente in lingua Inglese) dalle proporzioni esagerate; tanto per iniziare  una discografia anomala; quasi coerente fino ai primi anni '90, ma che poi, all' improvviso, prendeva la forma di un fiume in piena e che, sopratutto, non accennava a rallentare o fermarsi nel '95, anno della morte di Jerry Garcia e fine ufficiale dell' avventura Grateful Dead, ma, anzi, sembrava ingranare una marcia ulteriore, aumentando in maniera esponenziale il ritmo delle pubblicazioni, fino ad arrivare all' odierno, ed incredibile, numero di ALMENO due album, che non sono mai meno che doppi cd ma spesso tripli o peggio, ogni 3 mesi !!!
Immaginate che tipo di seguito ci voglia, per una band che non pubblica dischi di materiale inedito da più dii 20 anni, per riuscire a mantenere un ritmo di pubblicazioni annuali che oscilla fra i 6 ed i 10 dischi, quasi sempre doppi, tripli, quadrupli per arrivare agli eccessi degli ultimi 3 anni che hanno visto aggiungersi, ai numeri di cui vi ho appena parlatato,  un ulteriore cofanetto sestuplo annuale ( 3 negli ultimi 2 anni!!) !!
C'è solo una parola che ci può aiutare a comprendere questo fenomeno che sfida tutte le leggi discografiche, e questa parola è...Deadheads! I Deadheads sono i fedelissimi ed irriducibili fanatici del gruppo che, secondo la leggenda, spesso lasciavano lavori, abbandonavano famiglie e certezze per seguire i Dead ovunque e comunque, alcuni riuscendo a vedere tutte o quasi le date di interi tour, vivendo in auto e furgoni (i mitici WV) e finanziandosi con traffici più o meno leciti (quasi sempre più) che prendevano vita nei celebri "Parking Lot", cioè i parcheggi antestanti gli stadi o le arene presso cui si tenevano i concerti.Ma ora sto divagando, e, dei Deadheads ci occuperemo in seguito,torniamo dunque all' anomala discografia dei nostri per dire che, almeno fino al 1991, anno di pubblicazione di "One from the Vault", le cose erano stare pressochè normali, certo, i Dead erano stati abbastanza prolifici, ma, da quell' anno, le cose, prenderanno una svolta molto più intensa.
Vediamo perchè.

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